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Dott.ssa Teresa Furino
Psicologa - Psicoterapeuta (Treviso)

Autostima nei bambini

A come Autostima: perché è importante e come favorirla nei bambini.



Cos’è l’autostima?

Il termine autostima deriva etimologicamente dal verbo latino “aestimare”, che “determinare il valore di”, ma anche “avere un’opinione su”. In sostanza potrebbe essere definita, come il valore che si attribuisce a sé come persona, o per meglio dire essa corrisponde alla considerazione che ha un individuo di se stesso.

Il percorso che porta alla formazione di una buona autostima ha radici che affondano molto indietro nel tempo, sino all’infanzia. Si costruisce, passo dopo passo, sin dai primi giorni di vita del piccolo e ha a che fare, soprattutto, con il rapporto che i genitori riescono a instaurare con lui, con la loro capacità di infondergli, ancora neonato, sicurezza e fiducia in se stesso e negli altri. Nei primi anni di vita il bambino sviluppa un’immagine di sé in base alla percezione di una positiva o negativa relazione con le figure primarie di riferimento.

Infatti, secondo un’ottica psico-sociale le relazioni familiari nei primi anni di vita sono molto importanti nella formazione dell’autostima e favoriranno la costruzione di un senso di valore e rispetto personale che in età adulta si realizzerà in atti di auto-approvazione ed auto-sostegno.

Se però da una parte la qualità delle relazioni primarie ha un peso fondamentale per la costruzione della propria autostima, dall'altra difficilmente l'immagine che ciascuno ha di sé rimane fissa ed immutabile, ma sarà soggetta a modificazioni.

La formazione dell'autostima può essere analizzata pensando al divario tra Sé percepito e Sé ideale. Il Sé percepito equivale al concetto di sé, alla conoscenza di quelle abilità, caratteristiche e qualità che sono presenti o assenti; mentre il Sé ideale è l’immagine della persona che ci piacerebbe essere. Secondo William James, una persona sperimenterà una bassa autostima se il Sé percepito non riesce a raggiungere il livello del Sé ideale. Quindi, i problemi legati all’autostima nascono dalla discrepanza tra sé ideale e sé percepito.
Attualmente, la letteratura scientifica è abbastanza concorde nell’affermare che l’autostima è una componente di natura multidimensionale. L’autostima si evolve negli svariati contesti in cui l’individuo si trova ad interagire fin dall’infanzia, che contribuiscono a formare le varie dimensioni dell’autostima: nelle relazioni interpersonali, nella competenza sul controllo dell’ambiente, nell’emotività,nel successo scolastico, nella vita familiare, nel vissuto corporeo.

Tali contesti sono parzialmente sovrapposti e collegati: ognuno da vita ad un aspetto dell’autostima ed insieme danno vita al senso generale d’autostima dell’individuo.

 

Perché è importante l’autostima?

Un'alta autostima è considerata una visione «sana» di sé: una persona con un'autostima positiva si valuta in modo positivo e si sente bene in virtù dei suoi punti di forza, ha fiducia in se stessa, lavora per migliorare le proprie aree di debolezza che accetta senza atteggiamenti ipercritici, ed è capace di perdonarsi in caso di fallimento.

Un’autostima sana è particolarmente importante per la crescita dei bambini, in quanto è proprio nell’età infantile che si gettano le basi delle percezioni che si avranno di sé nel corso della vita.  Un bambino che ha una buona stima di sé si sentirà più forte e più sicuro nell’affrontare le diverse sfide evolutive che si presenteranno nel corso della crescita. Mentre i bambini che sperimentano una bassa autostima saranno più incerti e timorosi, soffriranno di più davanti ai fallimenti e affronteranno con maggiori difficoltà le diverse fasi di sviluppo che attraverseranno.

Come promuovere una sana autostima nei propri figli?

Innanzitutto è necessario che i genitori mettano in atto strategie, comportamenti e atteggiamenti positivi. Anderson, Redman e Rogers (2005) individuano alcuni comportamenti  positivi  che i genitori possono mettere in atto:

  •   Ascoltare e prendere atto dei pensieri e dei sentimenti dei propri figli;
  • Costruire situazioni che aiutano i propri figli a sperimentare vissuti di successo;
  •  Dare ai propri figli un senso ragionevole di controllo della loro vita;
  •  Rafforzare nei propri figli la convinzione di essere capaci e degni di affetto;
  •  Creare per i propri figli un’immagine positiva di se stessi. 

Altre preziosi indicazioni sono offerte da P. Santagostino (2000) :

  • Rivolgersi al bambino usando un atteggiamento positivo;
  • Avviare con il bambino un dialogo aperto con le sue emozioni;
  • Stabilire regole precise che devono essere rispettate da tutta la famiglia;
  • Abituarlo al confronto con gli altri;
  • Riconoscere con lui gli errori e trovare le soluzioni migliori.

Ulteriori consigli emergono dagli studi di Coopersmith (1967):

  • Accettare i propri figli e comunicare chiaramente questa accettazione;
  • Dare ai propri figli limiti e regole ragionevoli, chiare e ben definite ;
  • Avere aspettative adeguate all’età e alla maturità dei figli;
  •  Riconoscere e rispettare l’individualità dei figli;
  •  Incoraggiare  il pensiero autonomo, l’espressione delle loro idee e opinioni, anche se in contrasto con le vostre.

Ricordatevi, inoltre, di essere per i vostri figli “una base sicura”, concetto con il quale si intende la possibilità che il genitore sia la base a partire dalla quale il bambino possa allontanarsi per esplorare il mondo e farvi ritorno quando si sente minacciatoo insicuro.

 

Dott.ssa Teresa Furino
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